Fermare l’orologio della comunicazione digitale per tornare alle bacheche di piazza

Collaboratorio – Spazio Pubblico… è un’iniziativa che pone una riflessione sulla funzione degli spazi pubblici dedicati alla comunicazione, con particolare attenzione alle bacheche urbane. Un’occasione di incontro, confronto e divulgazione del progetto grafico voluto dall’Agenzia Creativa GoodideaStyle, che si apre alla comunità dell’entroterra marchigiano per far conoscere le pratiche della professione del visual designer.

Tema centrale dell’incontro, che si svolgerà sabato 23 settembre a Monterubbiano, sarà la progettualità finalizzata alla riqualifica degli arredi urbani, stimolando una cultura del progetto collaborativo attraverso lo strumento visivo del manifesto come medium per riflettere sul ruolo di pubblica utilità della grafica e su quello del visual designer come professionista e consulente per il territorio.

L’incontro sarà quindi l’occasione per riflettere sul potenziale sociale della comunicazione visiva in città, con particolare attenzione ai piccoli centri storici. Il mattino si aprirà con un talk a cura di Roberto Montani e Chris dello studio CH_RO_MO.  A seguire due rappresentanti del collettivo Pensiero Manifesto. Nel pomeriggio, poi, il laboratorio a cura di Laura Panicciá, visual designer dello studio GoodideaStyle, e Leonardo Vesprin,i studente del Dipartimento di architettura e design del Politecnico di Torino

L’iniziativa, unica nelle Marche, è stata scelta e inserita all’interno del calendario eventi di AIAP DESIGN PER | OFF http://www.aiap-designper.it/

AIAP DESIGN PER si articolerà intorno al tema Culture visibili e si svolgerà a Roma nel mese di settembre nella prestigiosa sede dell’Istituto Centrale per la Grafica, affacciato sulla Fontana di Trevi, e in altri sei luoghi della Capitale.

(Tratto da Informazione.tv)

Stop alla pubblicità occulta sui social, l’antitrust bastona gli influencer

L’Antritust interviene nella regolamentazione dei confini tra pubblicità e contenuti, per influencer ed aziende

AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dà nuove disposizioni in merito all’influencer marketing, richiedendo trasparenza e di rendere i contenuti pubblicitari pubblicati riconoscibili in modo chiaro ed univoco secondo alcune semplici linea guida. I contenuti diffusi attraverso i social da influencer che si apprestano a promuovere un brand devono inserire nei loro post gli hashtag: #pubblicità#sponsorizzato#advertising#inserzioneapagamento. Inoltre se il brand fornisce gratuitamente all’influencer i prodotti che deve sponsorizzare, si deve inserire anche la dicitura #prodottofornitoda seguito dal nome del marchio.

Cos’è l’Influencer Marketing?

Gli spot pubblicitari da uno a molti della cosiddetta tv generalista sono ormai sempre più lontani e il mercato della comunicazione e della pubblicità si evolve, divenendo sempre più social, e cerca di catturare l’attenzione degli utenti che diventano sempre più prosumer all’interno di un mercato conversazionale. E così aumentano a dismisura l’user generated content, ovvero i contenuti pubblicati dagli utenti. Questo è stato l’humus per la diffusione dell’influencer marketing che consiste nel pubblicare e condividere su blog, vlog e social media (Facebook, Instagram, Twitter, YouTube, Snapchat), foto, video e commenti da parte di blogger ed influencer, ormai punti di riferimento del mondo online.

E gli Influencer?

Gli influencer sono coloro che esercitano un certo “fascino” ed hanno un certo “potere” su un numero più o meno elevato di follower. Ma ci sono anche coloro che se sebbene non abbiano un seguito vastissimo, sono in grado di registrare  un elevato potere di engagement e di conversione, i cosiddetti micro-influencer a cui sempre più aziende si rivolgono per promuovere i loro prodotti e servizi.

Il provvedimento dell’AGCM

L’AGCM in collaborazione con il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha anche inviato ad influencer ed aziende, lettere di moral suasion, ricordando la finalità promozionale dei post deve essere ben riconoscibile dagli utenti per cercare di combattere la pubblicità occulta in particolar modo veicolata attraverso i social e i blog, sulla scia delle indicazioni da seguire negli Stati Uniti fornite dalla Federal Trade Commission: gli hashatag dedicati.

Ma chi ha ricevuto le lettere dall’Authority?

Le principali celebrità che hanno ricevuto le nuove disposizioni  sono: Chiara Ferragni che ha 10 milioni di follower su Instragram e 26.069 su Facebook, Fedez con 4 milioni e 2.338.935 follower rispettivamente su Instagram e sulla pagina Facebook, BelenRodriguez con 6 milioni di fan su Instagram e 4.912.312 per la pagina Facebook , Anna Tatangelo con 944 k follower su Instagram e 1.335.815 fan su Facebook, ed Alessia Marcuzzi che su Instagram vanta 2,9 milioni di follower e  1.611.566 fan su Facebook. Mentre tra i brand ci sono AdidasAlberta Ferretti e Louis Vuitton.

Ed intanto Chiara Ferragni e Belen Rodriguez hanno già iniziato ad utilizzare le indicazioni dell’AGCM nei loro ultimi post su Instagram.

Fonte: Instagram Chiara Ferragni

Fonte: Instagram Belen Rodriguez

 La pubblicità occulta sui social: le prime linee guida

La trasparenza di contenuti pubblicati sui social media di natura promozionale urge per il dilagare del fenomeno dell’influencer marketing che si sta radicando sempre più in quanto gli influencer ed i micro influencer soprattutto, riescono a creare un rapporto di fiducia con i propri follower e spesso le foto possono trarre in inganno in quanto sembrano ritrarre la propria quotidianità, non utilizzando tecniche fotografiche ricercate, lontani da set fotografici, da marchi ben in vista e senza far riferimento ad essi.

Per il momento un primo passo è stato fatto dall’Antitrust, da Igersitalia che ha lanciato il Codice Etico per i Digital Content Creator e precedentemente nel 2005 un provvedimento emanava il Codice del Consumo per la tutela del consumatore, ma manca ancora un quadro normativo. D’altronde il product placement avviene anche nei film, nelle fiction, negli show, rendendo palesemente visibili i marchi. Il dibattito resta ancora aperto.

Giovanna Di Troia, www.newsandcoffee.it

Strategia web e social video per professionisti: come trasformare amici e followers in clienti

Serve a tecnici, professionisti, esperti del proprio settore, stare sul web? E come? Come caratterizzare la propria presenza (professionale) sui canali social? Come strutturare il proprio sito internet?

Oggi fare del web una fonte di affari e di opportunità lavorative e professionali non è affatto semplice, soprattutto per i professionisti, neppure per i tanti che pure hanno maturato una significativa esperienza e che quindi, nei rispettivi ambiti di operatività, hanno conquistato un nome ed una posizione di prestigio, divenendo punti di riferimento. Occorre una strategia ben strutturata, organica, che tocchi, sfrutti e “monetizzi” i vari canali. Un vero e proprio piano di web marketing insomma.

Fin qui nulla di nuovo o di strano.

Ma cosa e come un esperto, un ottimo professionista, un tecnico qualificato, potrebbe e dovrebbe comunicare on line?

Partiamo dal cosa: semplicemente quello che sa fare e come lo sa fare, tramutando però tutto questo in un servizio per follower, amici, seguaci, internauti in genere. Pare semplice, eppure è esattamente così.

Occorre partire dal presupposto che nessuno frequenta i canali social per acquistare prodotti e servizi: giova quindi davvero a poco sciorinare successi professionali conseguiti, magari con tanto di dettagli tecnici e specialistici. Non li leggerebbe nessuno. O comunque, in ogni caso, non sortirebbe effetto alcuno, almeno in termini di “monetizzazione”.

I canali “social” si chiamano così perché sono luoghi di socialità, svago, di cazzeggio, al più di informazione  sommaria. Ed è questo che tocca garantire anche a chi si imbatte nell’informazione del tecnico o del professionista. Nulla di più.

Mortificante? Svilente? Affatto, se si costruisce per bene la propria strategia di presenza on line (e qui veniamo al “come”).

L’abilità sta innanzitutto nel fornire – con costanza, sistematicità, efficienza – un servizio a chi segue: consigli, indicazioni, suggerimenti, casi pratici. Informazioni insomma che con la loro utilità pratica e quotidiana “attivino” un canale di fidelizzazioni dei followers. E’ importante perché poi, nel momento del bisogno, affiori quasi spontanea l’idea del “contatto” – diretto e fisico – per risolvere un problema che necessita appunto dello specialista.

Una strategia quasi subliminale, insomma, che se ben congegnata, strutturata ed attuata, può ritenersi ad “efficacia garantita”.

Il video – strumento principe di comunicazione immediata e diretta – si presta in maniera ottimale a qualsivoglia strategia del professionista. Mostra, fa vedere e toccare con mano, mette davvero in contatto, crea un rapporto quasi fisico tra chi parla e chi ascolta. Senza trascurare che è importante che il cliente “veda”, memorizzi il volto e i tratti somatici (sempre per la strategia “subliminale” di cui sopra”). E allora video al centro della strategia: molto più di qualsivoglia pubblicazione testuale, di qualsiasi scritto.

Ulteriore enorme opportunità: i contenuti “short”, leggeri della propria strategia web possono rinviare anche a video più strutturati e articolati che addirittura potrebbero configurare un’offerta di formazione specialistica tematica, con ulteriori opportunità di “monetizzazione” per il professionista.

Il campo, insomma, è sconfinato: tocca solo percorrerlo con accanto i professionisti giusti, perché la qualità paga sempre.

Contattaci per indicazioni e suggerimenti personalizzati e, soprattutto, per un preventivo gratuito. Scoprirai come, tutto questo, non solo sia estremamente efficace e remunerativo. Ma finanche divertente.

Lions Cannes 2017, ecco le migliori pubblicità

Nell’universo sempre più complesso e integrato della pubblicità, abbiamo scelto per voi le campagne e gli spot che in questi giorni vengono presentati al Festival della Creatività di Cannes e che ci sono piaciuti di più

In questi giorni si sta svolgendo a Cannes il Festival della Creatività, l’eventone fondamentale del mondo della pubblicità in cui vengono premiate le campagne più interessanti e dove si fa il punto sullo stato di salute della creatività applicata alla comunicazione dei brand.

Dal 2011 è cambiata la ragione sociale trasformandosi da festival della pubblicità a quello della creatività, accogliendo così le mille operazioni legate ad attività digitali, prodotti che comunicano, eventi, campagne virali, attività sui social media e che vanno quindi ad aggiungersi alle campagne pubblicitarie più classiche.

Di conseguenza sono aumentate vertiginosamente le proposte da tutto il mondo e così pure le categorie che verranno premiate con i Leoni. Grazie all’ottimo sito di Lions Cannes e alle testate specializzate abbiamo visto una buona parte dei partecipanti al Festival e – per gioco e con notevole difficoltà, visto che ce ne sono tante bellissime – abbiamo scelto le nostre, seguendo delle categorie tutte nostre.

Eccole.

Miglior spot basic
Nike, Time is Precious
Wieden + Kennedy, Usa

https://youtu.be/hncWOZawsWo

Da molti anni Nike ha affiancato alle classiche campagne di prodotto anche quelle in cui incita le persone a uscire, correre e fare sport. Questa campagna piuttosto claustrofobica usa proprio il mezzo digitale per incoraggiare le persone a sfuggire ai soliti gesti che sono soliti fare davanti allo schermo e andare a correre. E W+K, agenzia nota per campagne molto complesse e spettacolari, lo fa nel modo più semplice possibile: testo e voce robotica.

Miglior spot spettacolare
Canal +, Kitchen
BETC, Francia

Anche qui l’idea è molto semplice (“Abbiamo i migliori ingredienti per intrattenervi al meglio”), ma l’esecuzione è una delle più sontuose e ricche viste quest’anno, che sfrutta la moda delle cucine e degli chef e accontenta gli amanti della tv un po’ fracassona. Il bouquet Canal + peraltro non è nuova a spot super spettacolari.

https://youtu.be/RLK9WeGJF7o

Miglior spot per il sociale
Donate Life, The World’s Biggest Asshole
The Martin Agency, Usa

Si può redimere la vita dell’uomo più stronzo e orribile della terra? Sì, se è un donatore di organi e può quindi salvare delle vite umane a seguito della sua morte prematura. Una bella idea contro-intuitiva e un’eccellente interpretazione dell’attore Thomas Jane che interpreta Coleman F. Sweeney.

https://youtu.be/TeVLxcekEsw

Miglior prodotto innovativo
Ikea, Cook this page
Leo Burnett, Canada

Noi saremmo anche i primi a esserci scocciati di citare Ikea ogni qual volta si inventano qualcosa. Ma che ci possiamo fare se le loro soluzioni sono sempre geniali? Questa volta con il loro design thinking propongono un’ispirazione sul cibo. Le chiamano ricette fill-in-the-blank stampate con inchiostro alimentare sicuro e carta pergamena di cottura, dove è possibile aggiungere gli ingredienti direttamente sulla pagina, rotolarla e metterla in forno.

https://youtu.be/uLCnabTJTIA

Migliore operazione social
Addict Aide, Like My Addiction
Betc, Francia

Questa subdola campagna sociale (e social) fa scendere un velo oscuro sul mondo degli influencer e del marketing che ci sta dietro, creando un falso account Instagram per un personaggio di finzione dal nome Louise Delage. Dalle sue foto sembrava l’ennesima ragazza chic parigina con una vita sociale invidiabile, ma i suoi scatti e selfie con il tempo hanno rilevato un problema di dipendenza dall’alcol, sconvolgendo i 17.000 ignari followers che il profilo aveva accumulato in pochi mesi.

Miglior storytelling
Sandy Hook Promise, Evan
Bbdo, Usa

Dite che la parola storytelling ha rotto le scatole? Certo, perché il più delle volte è usata a sproposito e con risultati risibili. Se non l’avete ancora visto non voglio spoilerarvi niente, ma solo dirsi che qui è tutto perfetto. E il messaggio di questo spot dell’associazione non profit dei genitori degli alunni vittime del massacro di quasi cinque anni fa alla Sandy Hook Elementary School di Newtown in Connecticut è uno di quelli che non si dimentica.

Migliore operazione di comunicazione complessa (integrata)
Amnesty International, The Refugee Nation
Ogilvy & Mather, Usa

Vi ricordate che nelle ultime Olimpiadi di Rio c’era la squadra dei rifugiati politici messa in piedi da Amnesty International? L’agenzia Ogilvy ha ideato una bandiera e un inno nazionale per la squadra olimpico. Design geniale e tutto il resto.

Miglior spot italiano partecipante a Cannes
Heineken, Jackie Stewart
Publicis Milano, Italia

Molto tradizionale, pur nel suo messaggio di non consumo, questo spot realizzato in Italia per Heineken e, sinceramente, poco visto in giro.
La canzone è la versione di Heroes cantata da Nicole Atkins.

Come dicevamo all’inizio, le belle campagne sono tante e non possiamo quindi non citarvene altre.

SickKids Vs: Undeniable – Canada: bambini malati che diventano supereroi

Samsung Ostrich – Usa : Campagna vista e apprezzata anche in Italia

https://youtu.be/hjKd24UCPYY

Tourism Ireland Door of Thrones – Regno Unito
Trasformare un problema in un’opportunità, agganciandosi a una celebre serie tv

https://youtu.be/sMwHHMU__PA

Credits: Wired.it

Web Marketing Festival: il 23 e 24 giugno a Rimini si parla di digitale (ma non solo)

Il più importante Festival in Italia sul digitale sta per iniziare. Il 23 e il 24 giugno sono previste oltre 5mila presenze giornaliere al Pala Congressi di Rimini. Tra i relatori, esponenti di Google, Facebook e Microsoft.

La quinta edizione del WMF si annuncia molto entusiasmante. Un evento imperdibile per chi si occupa di digitale. Via via il programma è andato definendosi sempre di più e a quanto pare questa sarà l’edizione più completa e articolata. Al centro sempre l’innovazione digitale e sociale, trattata approfonditamente per mettere a fuoco il presente e tracciare i possibili scenari futuri, tuttavia non mancheranno momenti di intrattenimento artistico e musicale, con diversi ospiti del mondo dello spettacolo e della musica che si alterneranno sul palco del Palacongressi, tra cui i comici Ubaldo Pantani e Neri Marcorè.

Per dare un po’ di numeri:

38.000 mq di area espositiva, oltre 100 aziende, 30 sale formative, 200 relatori
Si parlerà di social media marketing, web Analytics, Content marketing, SEO, Turismo, Ecommerce, Industry 4.0 e tanto altro. 7 le nuove sale in programma che danno voce a temi di grande attualità: Chatbot, Brand, Programmatic, Competenze e Professioni Digitali, Mercati Esteri, Accessibilità e Digital Health. Quest’ultima è riservata ai professionisti sanitari e, insieme alla sala Digital Journalism, dà diritto ad acquisire crediti formativi.

Un festival che pone al centro la formazione, attento all’intrattenimento e che non trascura la dimensione sociale. Parola chiave: Digital Social Responsability: il Web Marketing Festival punta l’attenzione su tematiche quali immigrazione, legalità e accessibilità. Dal Digital Job Placement alla Startup Competition fino alle campagne di fundraising, anche tutte le iniziative del Festival sono nate con lo stesso minimo comune denominatore: incentivare l’imprenditorialità in un’ottica di responsabilità e inclusione sociale.

In conferenza stampa Cosmano Lombardo, Chairman del Web Marketing Festival dichiara:I molti temi presentati durante la nostra prima conferenza stampa sono la prova concreta del percorso di crescita affrontato finora dal Web Marketing Festival. Passo dopo passo, stiamo costruendo un evento che si propone non solo come un’occasione unica per la formazione dei professionisti del web marketing, ma anche come luogo e strumento di interazione tra mondi diversi e al contempo connessi al digitale. Le oltre 4500 presenze registrate fino a oggi sono motivo di grande soddisfazione per tutto il nostro team. Quest’anno siamo riusciti ad ampliare ulteriormente l’offerta formativa del Festival e a proporre 30 sale tematiche, con l’obiettivo di offrire ai partecipanti formazione di qualità e la visione più completa possibile sugli effetti che la rivoluzione digitale in atto ha sulle diverse sfere della società italiana”.

 

Credits: 2duerighe

E’ la comunicazione la chiave per fidelizzare i consumatori

Da una ricerca commissionata da Ricoh a Censuswide emerge come i consumatori siano disposti a spendere di più con le aziende che li fanno sentire unici e importanti anche personalizzando le comunicazioni. Analisi dei dati, coinvolgimento del cliente e interazioni sempre più umane sono alcuni degli aspetti da considerare per migliorare la customer experience.

Secondo il famoso dirigente d’azienda Thomas J. Watson la fiducia è una cosa difficile da costruire ma facile da demolire. Questo è particolarmente vero per le aziende di oggi.

In media i consumatori entrano ogni giorno in contatto con oltre 5.000 annunci pubblicitari attraverso social media, blog, siti di e-commerce e così via[1]. Non si può scappare, insomma. A causa di tutto questo “rumore” per le aziende è difficile farsi sentire e per i consumatori capire di chi ci si possa fidare.

Le imprese devono riuscire a ottenere la fiducia dei clienti facendoli sentire unici ed importanti. Dalla ricerca “Triple R” commissionata da Ricoh a Censuswide è emerso come il 57% dei consumatori si dichiari disposto a spendere di più con le aziende che prestano loro la massima attenzione e che li trattano come singoli individui. Il 42% afferma di avere maggiore fiducia nei confronti delle aziende che personalizzano le comunicazioni rispetto a quelle che non lo fanno.

Comunicazioni e fiducia sono quindi strettamente connesse. Che ci si rivolga al mondo consumer oppure ai decision maker delle grandi imprese, è importante seguire tre step per aumentare la fidelizzazione mediante comunicazioni più efficaci:

1.     Focus sui dati: non è possibile costruire un rapporto di fiducia senza sapere esattamente a chi ci si stia rivolgendo. Senza una conoscenza approfondita del comportamento di ogni singolo cliente ogni tentativo di personalizzazione è destinato al fallimento. Le aziende devono quindi partire dalle informazioni in loro possesso per ottenere una visione più ampia del cliente, tenendo conto del fatto che si tratta di un progetto riguardante l’intera organizzazione. È importante che tutti i reparti collaborino per raggiungere una visione unica e completa perché questa è la base per riuscire a personalizzare le comunicazioni.
2.     Coinvolgimento del cliente: dalla ricerca Ricoh emerge che il 50% dei consumatori è convinto che le aziende siano maggiormente interessate alla customer experience prima che avvenga l’acquisto, mentre successivamente tendono ad abbandonare il cliente. È quindi importante coinvolgere i consumatori anche dopo l’acquisto con offerte e sconti personalizzati che consolidino la relazione. La qualità di queste interazioni è importante poiché una customer experience negativa porta i consumatori a rivolgersi altrove.
3.     Interazioni “più umane”: la comunicazione a due vie è fondamentale per costruire la fiducia con i consumatori. Alle persone piace parlare con altre persone e provano frustrazione se hanno la sensazione di interagire con un robot. Le aziende devono quindi riuscire a comunicare mantenendo un “tocco umano”. Basti pensare che il 41% dei consumatori coinvolti nello studio Ricoh predilige la mail come mezzo di comunicazione con le aziende. Anche la velocità è importante. Il 47% del campione d’indagine afferma che essa è un fattore determinante per la fedeltà al brand. Le tecnologie per l’automazione dei processi permettono di rispondere più rapidamente alle richieste dei consumatori.

Tutti gli step sono connessi in qualche modo alla raccolta e all’analisi dei dati. L’utilizzo intelligente delle informazioni sui clienti migliora le comunicazioni rafforzando la fiducia. L’importante, emerge dallo studio Ricoh, è trovare il giusto equilibrio. L’89% del campione afferma infatti di essere disposto ad interrompere tutte le relazioni con un’azienda se questa dovesse diventare troppo invadente. La fiducia, ribadiamo, si conquista con la chiarezza e la trasparenza e per le imprese, oggi più che mai, è importante rispondere alle esigenze dei clienti prima (Reach), durante (Respond) e dopo l’acquisto (Retain), le tre R al centro della ricerca “Triple R”.

[1] Will This App Disrupt The $160 Billion Ad Industry By Replacing Ads With Positive Messages?, Forbes 2016

 

Credits: A cura di Javier Diez-Aguirre, Vice President, Corporate Marketing, CSR & Environment, Ricoh Europe, Bitmat

Web Marketing Festival: nasce la nuova sala start-up per le idee più innovative

Oltre 300 progetti candidati alla startup competition più grande d’italia. Chiusa la call della competizione tra startup del Web Marketing Festival: sono 6 i progetti selezionati per salire sul palco del Palacongressi di Rimini il 23 giugno prossimo. Dal successo dell’iniziativa nasce la nuova Sala Startup.

Si chiude con oltre 300 progetti presentati, italiani e internazionali, la call della “Startup Competition” promossa dal Web Marketing Festival (www.webmarketingfestival.it), evento giunto alla 5^ edizione e in programma il 23 e 24 giugno prossimi al Palacongressi di Rimini.

A valutare il potenziale innovativo e di business di questi progetti sarà una giuria composta da esperti nel campo dell’innovazione: LVenture Group, LUISS ENLABS, Digital Magics, IBAN, UniCredit Start Lab, TIM #Wcap, H-Farm, The Hive, iStarter, Superpartes, AlmaCube, I3P, WABA Capital, Techno Science Park, Aruba, Amazon e Microsoft.

Nell’ambito della due giorni, il momento dedicato alla Startup Competition giungerà il 23 giugno, ma solo 6 progetti avranno la possibilità di essere presentati sul palco del Palacongressi: Watly; Tutored; Wenda; TOMMI; deSwag; Paladin. Questi i nomi delle Startup selezionate che ambiscono ad operare in diversi settori chiave, che vanno dal green al recruitment, passando per il food fino ad arrivare all’healthcare.

Dal grande successo riscosso da questa 4^ edizione della Startup Competition nasce, inoltre, la nuova Sala Startup, un’area destinata agli altri progetti candidati che, pur non rientrando tra i finalisti della competition, si sono distinti per il potenziale della loro idea innovativa.

L’obiettivo del Festival è quello di valorizzare e sostenere il maggior numero possibile di progetti promettenti e innovativi, in grado di dare una spinta alla crescita digitale del nostro Paese.

Nello specifico, sono 36 le Startup coinvolte che esporranno il proprio progetto nell’arco di 6 sessioni tematiche: Healthcare and wellness; Agri & Food; Marketing and Content; Digital Commerce; Job, Education & Accessibility; IoT and Device. Cosmano Lombardo, Chairman del Web Marketing Festival e ideatore dell’iniziativa: “Siamo naturalmente molto soddisfatti per il riscontro registrato quest’anno dalla Startup Competition, con oltre 300 candidature e un respiro internazionale grazie ai progetti provenienti da realtà estere. Innovazione, creatività e imprenditorialità all’insegna del Made in Italy sono gli elementi che caratterizzano da sempre il Web Marketing Festival. La nostra volontà è quella di creare una reale opportunità per il rinnovamento, l’internazionalizzazione e il rilancio socio economico del nostro paese”.

Per maggiori informazioni e dettagli sulle finaliste della Startup Competition: https://www.webmarketingfestival.it/startup-competition/

 

Credits: Roma Daily News

Video e “dirette” sempre più importanti sul web, ma sui social meglio la professionalità

Comunicare non è per tutti e quando si moltiplicano gli strumenti saperli padroneggiare non è semplice: tra video, chat, social network e rischio fake news la formazione diventa sempre più necessaria. E’ Andrea Albanese, social media marketing manager – digital communication advisor, a spiegare come Facebook e Twitter stanno cambiando e come l’immagine stia dominando sulla parola: “Nell’era social, i video sono la chiave della comunicazione”, dice nel suo intervento al Social media marketing day Italia di Milano, a cui hanno partecipato i principali esperti di comunicazioni di società quotate come Unicredit, associazioni come Unicef o enti come Confcommercio .

Il pubblico usa sempre di più “il live streaming, siamo tutti videomaker. Gli utenti dei video live guardano questi contenuti per una durata tre volte superiore rispetto ai video pre registrati” spiega. Non solo: se Facebook è la seconda fonte di informazioni dopo i giornali, per i più giovani il social network occupa il gradino più alto del podio e questo, in tempo di ‘bufale’ è un tema da affrontare per l’informazione. La ‘diretta’ prende sempre più piede nel mondo politico – “La Casa Bianca usa regolarmente” i video online -, cresce anche l’uso aziendale di questo strumento, come testimoniano i protagonisti dell’evento. I video diventano l’occasione per l’utente di un “contatto diretto”, con la possibilità per il fan, il tifoso o il cliente di guardare e commentare.

Facebook è in grado di “‘fabbricare’ influencer sulla sola base del tempo che passano e dei like che fanno fare: se non hai nulla da fare diventi influencer”, spiega Albanese sottolineando come “il like non è più sufficiente, chi critica e ha un linguaggio violento viene ‘escluso’, avere seguito e visibilità sui social è diventato molto più complesso e lo sarà ancora di più” in un magma di flusso di informazioni. “Twitter è molto più libero, permette di seguire chiunque senza limitazioni di numero e va sul contenuto”. Guai, però, a pensare che la ‘facilità’ di utilizzo porti davvero risultati e per questo le aziende devono investire.

“I social media sono spesso visti come strumento low cost per poter fare delle attività, in realtà non è più così”, spiega Albanese. Le aziende che adesso si affacciano sui social “devono prendere in considerazione che oltre a fare un video, avere un piano editoriale, devono anche mettere dell’advertising, della pubblicità, quindi del budget, per poter far vedere i propri contenuti”, sottolinea l’esperto che definisce “lo smartphone è uno strumento evoluto di zapping: telecomando e tv portatile insieme”.

“Non c’è ombra di dubbio” che le imprese “devono sapere chi è il proprio target, fare un’analisi della tipologia dei clienti potenziali e poi sostanzialmente fare una strategia di marketing e di comunicazione”. In questo senso la customizzazione giocherà per le aziende un ruolo importante e rivolgersi a professionisti preparati è fondamentale: l’invito è a specializzarsi in un campo in cui la pratica e la predisposizione alla velocità e al cambiamento sono fondamentali.

Di fronte a una comunicazione globale, le aziende “hanno bisogno di persone iperspecializzate”, ma anche di evitare il “rischio di fare grossi investimenti e sbagliare dove si investe: sono diversi anni che c’è Facebook e ci sono aziende che iniziano solo ora. Facebook è uno strumento da usare senza indugio da parte delle aziende”, ma da abbinare a strategie di marketing e comunicazione.

I social non sono strumenti “low cost”, le aziende devono investire

“I social media sono spesso visti come strumento low cost per poter fare delle attività, in realtà non è più così. Le aziende che adesso si affacciano sui social devono prendere in considerazione che oltre a fare un video, avere un piano editoriale, devono anche mettere dell’advertising, della pubblicità, quindi del budget, per poter far vedere i propri contenuti”.

E’ il consiglio di Andrea Albanese, social media marketing manager-digital communication advisor, uno dei massimi esperti del settore, alle imprese che vogliono acquisire visibilità e contatti sui social media, e, in genere, che vogliono puntare sul digitale.

Per Albanese (che è stato uno dei protagonisti della Social media marketing day Italia di Milano) “non c’è ombra di dubbio” che le aziende “devono sapere chi è il proprio target, fare un’analisi della tipologia dei clienti potenziali e poi sostanzialmente fare una strategia di marketing e di comunicazione”.

Occorre insomma uno studio articolato ed una pianificazione accorta per la presenza social, lasciando il meno possibile all’improvvisazione. E in quanto agli investimenti, è evidente che non solo la visibilità ha un costo, ma la stessa targetizzazione impone un ricorso a professionalità preparate.

“Definire un piano strategico prima di avviare la presenza social- spiega Marianna Costanza, social media manager della IPSE – è assolutamente fondamentale per minimizzare gli sforzi e massimizzarne l’impatto. Solo veri e seri professionisti possono individuare i canali più idonei agli obiettivi da perseguire e il linguaggio da utilizzare. Nella fase operativa, oltre alla ovvia cura dei contenuti, è importante anche targettizzare l’informazione affinché il messaggio venga visto non solo nelle aree territoriali strategiche individuate con l’azienda, ma anche da un pubblico che possa davvero rappresentare il proprio target di potenziali consumatori/clienti”.

 

E-commerce: +1,6 milioni di acquirenti online in un anno

Nel 2016 gli italiani che acquistano beni e servizi online sono 17.607.200, pari al 29,0% della popolazione: lo si evince dall’analisi dei dati armonizzati da Eurostat. La quota del nostro Paese è ancora lontana da quella dell’Ue a 28 dove oltre la metà dei cittadini (55,1%, +26,1 punti percentuali rispetto all’Italia) acquista online ed è quasi un terzo di quella del Regno Unito, il paese europeo con la quota maggiore e pari all’82,6% (+53,6 punti percentuali rispetto all’Italia).


QUOTA DI POPOLAZIONE CHE HA ACQUISTATO ONLINE NELL’ANNO IN ITALIA
Anni 2006-2016. % su totale popolazione. Acquirenti di beni e servizi nell’anno – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea ed Eurostat

A fronte di questo ritardo l’Italia, però, mostra un maggiore dinamismo rispetto agli altri principali paesi europei: nel 2016 il nostro Paese di registra una crescita degli acquirenti del 10,0%, ritmo più che doppio rispetto al 4,4% registrato nell’Ue a 28 mentre la Spagna si ferma sul +3,5%, il Regno Unito sul +2,5% e la Germania e la Francia entrambe sul +2,1%. Rispetto al 2015 si contano in Italia 1.598.800 acquirenti online in più, aumento in valore assoluto secondo solo a quello della Polonia (1.898.086 acquirenti online in più in un anno).

Il ritmo di crescita di coloro che acquistano in Rete in Italia è ancor più intenso nel lungo periodo (2007-2016) ed anche in questo caso è maggiore rispetto a quello registrato dai principali paesi europei: dal 2007, primo anno da cui è possibile effettuare un confronto con l’Ue a 28, gli italiani che acquistano online crescono in media annua del 13,5%, un ritmo quasi doppio rispetto al 7,4% dell’Ue a 28 mentre la Spagna è in crescita del 10,5%, la Francia dell’8,2%, il Regno Unito del 5,9% e la Germania del 4,1%. In particolare nei cinque anni tra 2011 e 2016 in Italia gli acquirenti online sfiorano il raddoppio: +92,1%, pari a 8.443.900 persone in più.

TREND 2016 ACQUIRENTI ONLINE NEI PAESI DELL’UE A 28
Anno 2016. Variazione percentuale rispetto al 2015. Acquirenti di beni e servizi nell’anno stimati con la popolazione – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea ed Eurostat

Una precedente analisi ha esaminato le dinamiche degli e-shoppers per territorio, evidenziando nel 2016 un particolare dinamismo in Abruzzo dove nell’ultimo anno la quota di acquirenti on line sale di 7,2 punti, seguito dal Veneto (+6,9 punti), Lazio (+4,6 punti), Sicilia (+4,2 punti), Trento (4,1 punti).