Costruisci una bella storia e raccontala. Le “buone regole” della IPSE

Basta accendere una videocamera e il gioco è fatto. Mai stato più semplice dare sfogo alla creatività. Ma quanti video restano davvero scolpiti nella nostra memoria?

Esistono regole valide per tutti che consentono di girare un video se non di sicuro successo, quanto meno con buone probabilità di “sfondare” e diventare virale? Perché il difficile sta in questo: realizzare un video che circoli e venga condiviso, piuttosto che un filmato perfetto, fossilizzato sul suo contenuto, visionato da pochi addetti ai lavori direttamente interessati.

Non abbiamo la presunzione di sapere tutto, sia ben chiaro. O di avere la ricetta magica buona per tutti gli usi. Siamo ben consapevoli di essere “perfettibili”, come tutti. Qualcosa però nel tempo e con l’esperienza, l’abbiamo appresa, ed allora eccoci qui a condividerla con chi ci segue.

Oggi la regola numero cinque che in IPSE tutti devono tenere ben presente sempre: il nostro video deve raccontare una storia. E per raccontarla, ovviamente, bisogna prima costruirla con cura, a tavolino. Prima del “ciak”.

Guai ad improvvisare. È importante sapere subito, e bene, cosa dire e come dirlo. Più di tutto il resto. Le belle inquadrature, le transizioni, gli effetti speciali, lasciano il tempo che trovano se alla fine il video non piace, non appassiona, non emoziona.

Meglio un video semplice e chiaro, ma con un inizio e una fine (in questo sta la bravura degli autori). Un video cha lascia dentro qualcosa, che rimane impresso.

Il racconto che si esplica nel video deve avere un suo percorso logico, un suo “ciclo”, con un inizio, un momento catartico e la fine, la conclusione.

Chi vuole può allegare qui i suoi video: ci confronteremo e capiremo se ed in che modo possono essere perfezionati.

Buon lavoro dalla IPSE e…alla prossima.

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Tel. (+39) 081 19817761 – (+39) 089 9850096

Video per social e web, ci vuole una buona “thumbnail”. Le “buone regole” della IPSE

Quarto appuntamento con le “buone regole” della IPSE per realizzare un buon video per i social e per il web: le norme basilari cui si attengono i nostri autori, creativi, registi e tecnici per realizzare video belli, impattanti ed efficaci per il web e per i social in particolare.

Non sono ovviamente i “10 Comandamenti”: non abbiamo questa presunzione J. Sono solo una serie di indicazioni frutto dell’esperienza e che ci hanno insegnato che è possibile sempre migliorare e migliorarsi.

Abbiamo deciso di rendere queste nostre regole “pubbliche” per condividerle nel senso più ampio del termine. Se noi in IPSE siamo cresciuti grazie ad esse, è giusto consentire anche ad altri di sperimentare lo stesso percorso per verificarne efficacia e impatto. Ma le condividiamo anche per ottenere consigli, indicazioni, suggerimenti e per migliorare noi stessi.

Veniamo quindi alla terza regola che condiziona il nostro processo produttivo di video per il web o per i social: è importante scegliere con la massima cura – al pari del titolo, di cui già abbiamo parlato – quella che in gergo tecnico si chiama “thumbnail”, vale a dire l’immagine di anteprima del video. Il più delle volte si tratta di un fotogramma ricavato in automatico: la piattaforma (ad esempio YouTube o Vimeo) seleziona dal filmato una (o il più delle volte più di una) immagine, e propone all’utente di sceglierla come “thumbnail” (pur ammettendo la possibilità di caricare un’immagine esterna alternativa).

Su questo l’esperienza ci ha insegnato che è bene non accettare consigli dalla piattaforma J. Niente immagini casuali, individuate in automatico da un PC (e spesso quasi identiche tra loro)

In IPSE preferiamo proprio l’ultima opzione consentita dalle piattaforme: immagini create ad hoc (ovviamente tratte comunque dal filmato), che diano perfettamente conto del contenuto del video e sposino in maniera ottimale il titolo.

È bene quindi attrezzarsi per tempo, prima di caricare il video sulla piattaforma, onde evitare di rimanere bloccati durante le procedure di caricamento. Ed è bene anche accedere preventivamente alla piattaforma per conoscere le caratteristiche che la “thumbnail” deve avere, per evitare intoppi durante le procedure di caricamente.

Chi avesse perduto le nostre precedenti tre indicazioni per produrre video per il web e per i social, potrà ovviamente recuperarle sul nostro sito o sui nostri canali social. Cliccando “Mi Piace” sulla nostra Pagina Facebook, potrà essere informato immediatamente quando pubblicheremo le nuove.

Buon lavoro dalla IPSE e…alla prossima.

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Il titolo di un video dice già tanto, quasi tutto. Le “buone regole” della IPSE

Rieccoci ad illustrare le regole che seguono i nostri autori, creativi, registi e tecnici per realizzare non solo video “di qualità”, ma soprattutto impattanti e adatti per il web e per i social in particolare.

La seconda regola imprescindibile è che al video, una volta realizzato, tocca dare un buon titolo. È infatti il titolo che non solo “presenta” il tema, l’argomento trattato ma “attira”, stimola le giuste corde e invoglia, stimola la visione. È una sorta di “bigliettino da visita”, quindi: non se ne può e non se ne deve fare assolutamente meno, e, soprattutto, non lo si può scegliere a cuor leggero.

Certo scegliere il titolo giusto non è cosa semplice: ma è bene rifletterci con cura, visionando più volte il filmato. È proprio il titolo che deve convincere a vedere il video: se non è quello giusto, può generare equivoci e spingere a “scorrere oltre”, vanificando il lavoro fatto.

Come procedere allora? La regola di base è, per certi versi, anche la più logica: il titolo deve essere assolutamente coerente con il contenuto e – come detto – deve invogliare alla visualizzazione, anticipando – ma non del tutto – le sensazioni che si vivranno con la visualizzazione o le informazioni che si avranno.

È bene, infine, evitare un’altra delle “improvvisazioni” usuali e diffuse: il titolo buono per tutte le salse. Ogni piattaforma web necessita del “suo” titolo, semplicemente perché ogni piattaforma ha un suo linguaggio ed un suo target.

Buon lavoro dalla IPSE e…alla prossima.

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Il video per il web e per i social deve essere virale. Le “buone regole” della IPSE

Il video è ormai fondamentale e imprescindibile in ogni buona strategia di web e social marketing. È più affidabile, più credibile, fa “toccare con mano” più di qualsiasi pubblicazione testuale (verba volant…).

In futuro la visualizzazione dei video raggiungerà picchi mai visti su tutti i più importanti social: cui tocca attrezzarsi e capire come realizzare video per campagne davvero impattanti ed efficaci.

Ma occhio all’improvvisazione. Un video “social” è un video che deve parlare il linguaggio degli utenti del social. Nulla di più sbagliato che caricare un qualsiasi video, magari realizzato con mezzi di fortuna. Sarà proprio questa improvvisazione e questo pressapochismo a veicolare il marketing dell’azienda. Facile immaginare con quale risultato.

Da oggi, con una serie di post, illustreremo le regole cui devono attenersi i nostri autori, creativi, registi e tecnici per realizzare non solo video “di qualità”, ma soprattutto impattanti e adatti per il web e per i social in particolare.

Partiamo dalla prima regola di un video social: deve essere, almeno potenzialmente, “virale”: deve puntare alla più ampia condivisione possibile. Non è semplice, certo. In IPSE cerchiamo di farlo soprattutto raccontando innanzitutto emozioni. Un video non “condivisibile” è un video spento, morto, muto. Vuoto e inutile. E ovviamente inefficace, per quanto “bello” e innovativo possa esssere.

I nostri video sono rigorosamente targettizzati: partiamo da una attenta analisi di insights e analytics dei social di riferimento aziendale prima di metterci al lavoro. Sapere con chi si ha a che fare – e qual è il linguaggio da utilizzare – facilita di molto il lavoro.

Il video sul web racconta di più e meglio

Il video è sempre più al centro delle strategie di marketing on line di aziende e professionisti. È immediato, è diretto, suggestiona, stimola le giuste corde, fa “vedere e toccare con mano” e, soprattutto, è molto più efficace ed impattante di un post testuale.

Non è un caso se già oggi il 72% utilizza video come veicolo di comunicazione diretta sui canali social: YouTube, Facebook, Twitter, Instagram, Vimeo, Google+  hanno deciso di dedicare grossi investimenti di energie e denaro per sviluppare piattaforme sempre più friendly per gli utenti video. Non sorprende: l’84% di chi naviga guarda video online e lo fa per più di mezz’ora al giorno. Sui social, i video sono condivisi circa 12.000 volte più dei link e dei testi legati a questi ultimi. Chi guarda il video e “vede” i prodotti è l’85% più interessato al loro acquisto rispetto a chi ha letto solo pubblicazioni testuali; le landing page con i video hanno un tasso di conversione dell’800% in più rispetto a quelle che ne sono sprovviste. Il sito web aziendale ha 50 volte più possibilità di essere visualizzato all’interno della prima pagina dei motori di ricerca.

Dati e numeri, insomma, che la dicono lunga sul perché una buona strategia di web e social marketing non possa assolutamente prescindere da produzioni video di qualità.

Luci d’Artista, luce alle idee

Le Luci d’Artista, a Salerno, rappresentano una straordinaria opportunità per l’intero sistema economico non solo della provincia ma dell’intera Campania. Milioni di persone che si riversano nel cuore della città, in molti casi per più giorni, sono una occasione che aziende e imprenditori dei più disparati settori – commerciale, dei servizi, ma non solo – non possono assolutamente lasciarsi sfuggire.

Luci d'Artista SalernoMa come fare per intercettare questa nuova clientela? Come proporsi e cosa offrire? Come differenziarsi ed emergere nell’inevitabile caos di quei giorni?

Ci vogliono capacità, ci vuole professionalità, e ci vuole anche tanta inventiva.

Uno dei “trucchi” basilari e propedeutici da mettere in conto è quello di “sposare” l’evento nella strategia che si andrà a definire. Chi viene ad ammirare luminarie natalizie a Salerno, straordinarie nella loro suggestione, nella loro cromaticità, nella loro rappresentazione, ha una sensibilità ed una visione del mondo, della vita e dei valori abbastanza chiara, delineata, percepibile. È importante quindi muoversi lungo queste direttrici per affiancare, “sposare” queste tendenze, e, nei limiti del possibile, enfatizzarle affinché il messaggio che si andrà a costruire calzi a pennello con la filosofia della visita a Luci d’Artista. La scelta del prodotto o del servizio, insomma, deve essere quasi una naturale conseguenza, un prosieguo, una “tappa” della visita al’evento.

Discorso a parte – per certi versi più semplice –per alberghi e ristoranti: loro una “domanda” potenziale ce l’hanno bella, pronta e disponibile, ed è lì alla loro portata. Sotto il loro naso. Si tratta solo di farsi sentire, di proporre nel modo giusto e toccando le giuste corde, avendo ovviamente cura di emergere in una concorrenza agguerrita per imporre la propria offerta e le proprie peculiarità. Anche qui fantasia e professionalità possono sicuramente rivelarsi vincenti.

Per entrambi i target, fodamentale può rivelarsi il fattore tempo: più ci si avvicina all’evento, più si intensificheranno e moltiplicherranno le iniziative promozionali e pubblicitarie. Muoversi prima nel delineare e proporre la propria offerta (costruendo magari pacchetti “chiavi in mano” ad hoc per questo target) può essere la mossa vincente per cavalcare al meglio Luci d’Artista 2016.

Video marketing, combinazione vincente del 2016

Il 2016 è stato considerato “l’anno dei video” sul web, ed ogni strategia di marketing on line non può prescinderne: video per il web, video per i social, pillole video per sostenere i portali di e-commerce. Il video marketing è ormai uno strumento imprescindibile di promozione ed engagement.
I dati lo dimostrano: inserire un video in una landing page può far incrementare la conversion rate dell’80%. Si tratta ormai di un mezzo universale e di grande valore in termini di business. Secondo Animoto, 4 millennials su 5 video-reelutilizzano i video durante le ricerche per farsi un’opinione sui prodotti prima di acquistare. Inoltre, la Cisco ha dichiarato che entro il 2020 lo streaming e il download dei video cresceranno dell’80% nel traffico internet dei consumatori. Il marketing, non solo B2C ma anche B2B, può quindi trarre notevoli e comprovati benefici da una buona strategia video.

Nel 2016 i video sono stati i contenuti che hanno registrato in assoluto la maggiore crescita. Inserirli all’interno della propria strategia di marketing online può incidere di molto sui risultati finali, ecco perché l’87% dei marketers li utilizza già. Inoltre, con i video risulta incredibilmente più semplice creare engagement, connettere in modo coinvolgente potenziali clienti con i brand e spingere alla condivisione.

Una buona strategia video può essere un ottimo supporto per raccontare l’azienda, ma anche per migliorare la relazione con il cliente, creare fiducia, convertire i buyers ed educare i consumatori. Nonostante si renda indispensabile non rinunciare alla qualità, c’è da dire che i costi non sono necessariamente proibitivi. Ci sono infatti diversi tipi di contenuti video facilmente realizzabili con budget non troppo alti e in tempi stretti.

Inutile negare che anche i social media hanno ormai un ruolo fondamentale per il video marketing.
I video creati su Facebook, ad esempio, vengono favoriti nel newsfeed e pare che su questo social network vengano visionati ben 100 milioni di ore video al giorno. Inoltre, i recenti video 360° introdotti da Facebook hanno aperto altre nuove opportunità di coinvolgimento. Justin Osofsky, vicepresidente di Facebook per le media partnership, ha affermato addirittura che nei prossimi 5 anni i classici post di Facebook potrebbero essere del tutto sostituiti dai video. E come non citare Facebook Live? Quest’ultimo strumento permette di relazionarsi in modo davvero semplice e immediato con gli utenti e di coinvolgerli molto di più, generando una quantità di commenti dieci volte superiore rispetto ai video normali.

Per ciò che concerne invece YouTube, il tempo medio di fruizione è del 50% in più dal 2014. Su Instagram il tempo dedicato a guardare contenuti video è cresciuto più del 40% negli ultimi sei mesi. E anche su Snapchat molti brand hanno già iniziato a sperimentare i video verticali, ottenendo un’esperienza più coinvolgente. Periscope invece è la piattaforma più utilizzata per il live streaming e lo storytelling.

Diversi studi hanno messo in luce che anche nell’email marketing i contenuti video hanno un impatto indiscutibile sull’incremento del CTR (+50%) e sulla customer loyalty (+35%). Pare che la sola parola “video” inserita nell’oggetto dell’e-mail porti ad un +19% dell’open rate.

Perché i video hanno questa capacità di coinvolgimento?
Prima di tutto per il loro approccio diretto. E poi perché sempre più spesso il consumatore odierno vuole vedere i prodotti “in azione”, non ha tempo né voglia di soffermarsi a leggere lunghe descrizioni testuali. Un video rende tutto chiaro in pochi minuti e semplifica le decisioni di acquisto, oltre ad incrementare il livello di fiducia nei confronti degli acquisti online. Molti consumatori non si fidano ancora del tutto dell’e-commerce, però la situazione cambia quando intervengono i video, a cui anche i consumatori più scettici rispondono positivamente, diventando spesso persino consumatori fedeli. Non va trascurato il fatto che un video abbia la capacità di fissare maggiormente nella mente dell’utente un prodotto e riesca perciò più facilmente a spingerlo all’acquisto.

Un buon video creato dalla sinergia di una visione strategica, grande creatività e conoscenza della psicologia del target di riferimento può portare a risultati davvero incredibili. Il 90% dell’utenza considera i video di prodotto fondamentali nel processo di decisione di acquisto e proprio grazie al video marketing si avvicina all’azienda e alla sua offerta. Questo vale anche per il B2B, in cui il 50% dei buyers cerca maggiori informazioni dopo aver visionato video su prodotti e servizi e il 65% di loro, per farlo, si sposta sul sito web aziendale, mentre il 39% contatta direttamente un venditore. Anche nel B2B, dunque, il video marketing registra un grande successo: il 73% delle aziende che utilizzano campagne video ha registrato un ROI positivo.

Non tutti i consumatori si lasciano coinvolgere dai video allo stesso modo, i Millennials restano però i più grandi fruitori di immagini in movimento sul web. È ormai noto che gli utenti dai 13 ai 24 anni guardano più YouTube che Tv. L’85% dei giovani adulti guarda video su Youtube, il 66% su Netflix, il 62% in Tv e il 53% su Facebook.

Un esempio internazionale di campagna social video di successo è quella di Inglorious Fruit and Vegetables. La catena di supermercati francese Intermarché ha lanciato una campagna video basata sul fatto che il 40% della frutta e verdura venisse buttato perché all’apparenza non perfetta. Con questa campagna video il retailer ha lanciato l’idea di dedicare uno spazio apposito nei punti vendita in cui poter acquistare frutta e verdura di questo tipo con uno sconto del 30%. Il risultato è stato subito evidente: 1,2 tonnellate  di prodotti per negozio sono state vendute già nei primi due giorni.

Solo un esempio tra i tanti che potremmo fare per dimostrare la potenza del video marketing, la vera rivelazione di questo 2016. Il marketing diventa sempre più visual e non dimentichiamo che le previsioni nel campo prospettano un web sempre più affollato di contenuti video. Secondo le previsioni, entro il 2019 l’80% del traffico internet sarà dedicato ai video. Video che avranno necessità di un supporto strategico e creativo per spiccare tra i tanti e della spinta dei social per essere indirizzati al giusto target. Questa smisurata fruizione dei video non è solo un trend del momento, riflette piuttosto un importante mutamento nell’atteggiamento degli utenti-consumatori. Iniziare quindi a prendere dimestichezza in questo momento con il video-storytelling in un approccio strategico e con la relativa misurazione di risultati e performance, assicurerà una confidenza con il mezzo necessaria e imprescindibile tra pochi anni.

(Fonte: Axelero)

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Ordini professionali e comunicazione: il futuro è già iniziato

Ordini professionali, associazioni di categoria, enti datoriali: la comunicazione cambia, e tocca rivoluzionale logiche, mezzi, strategie per affermare e valorizzare la credibilità e l’autorevolezza della categoria, le attività di ricerca svolte, o semplicemente per aggregare, informare e radicare l’importanza del “mestiere”, la valenza della categoria.
Comunicazione ordini professionali2La comunicazione è un vantaggio competitivo anche per gli Ordini e le associazioni di categoria, non solo per le aziende e gli studi professionali più qualificati: non è un optional, ma un elemento strategico per tutte quelle attività che vivono di “relazioni” con il mondo esterno.

Ma come per qualsiasi azienda, anche per gli ordini professionali e le associazioni di categoria, occorre una pianificazione consapevole del percorso di comunicazione, evitando improvvisazioni e – appunto – il ricorso a strumentazioni e metodologie antiquate, superate e inefficaci.

Mai come ora è in gioco la capacità di legittimare il ruolo, la funzione sociale non solo in termini di visibilità e prestigio nei confronti di un’utenza sempre più attenta ed esigente, ma anche in termini di “credibilità” verso un mercato del lavoro che richiede profili professionali e servizi sempre più avanzati e “accessibili”. È importante quindi – per gli Ordini professionali come per ale aziende – rivolgersi ad operatori capaci di utilizzare tutte le leve della comunicazione, e non solo strumenti classici come l’ufficio stampa o la pubblicità.

Una pianificazione efficace oggi deve guardare a servizi integrati di comunicazione per trasmettere all’esterno il proprio impegno, le strategie associative, i servizi offerti.

L’ufficio stampa tradizionale e le classiche inserzioni pubblicitarie non bastano più. E costano, tanto più in rapporto ai risultati conseguiti. Tocca una difficile quadratura del cerchio: contenere e ottimizzare gli investimenti in comunicazione, implementando l’efficacia delle azioni.

È possibile con un piano di comunicazione realmente “integrato”, che abbracci una pluralità di canali e di mezzi, interagendo e ponendosi anche a servizio dei media, oltre che dell’utenza e degli associati.

La strategia della IPSE prevede – tra le altre cose – un service video-fotografico di supporto alla comunicazione tradizionale, con la possibilità per i media di “scaricare” il materiale via web risparmiando sui costi di produzione, ma anche la realizzazione di servizi informativi video da pubblicare su siti web e canali social istituzionali, fino alla diretta streaming degli eventi di particolare rilevanza.

La IPSE è in grado di realizzare ex novo o restyling di siti e portali web per sposare al meglio l’interazione con tutti i canali social e la pubblicazione dei web e social video che, lo dicono più fonti (basti citare Google e Facebook), sono il futuro della comunicazione on line.

Con il supporto della IPSE qualsiasi sito può trasformarsi – con investimenti contenuti – in una web-tv, in grado di garantire servizi informativi specifici, tecnici e qualificati, ma anche di erogare formazione online per l’erogazione di crediti formativi, sfruttando tecnologie estremamente innovative.

L’investimento complessivo, spesso, è inferiore al costo di un addetto stampa “tradizionale”.

Per dettagli e quantificazioni precise – ovviamente senza impegno alcuno – in funzione delle specifiche esigenze di comunicazione, basta un contatto (info@ipseonline.it; 089 9850096) e un appuntamento.

Social Video, ciak sul futuro: cosa sta avvenendo, cosa avverrà

Negli ultimi anni, il video è diventato lo strumento principe per i grandi marchi (e non solo) attraverso cui raccontare le proprie storie sui social media: sempre più diffuso è quindi il ricordo ai “social video”.

La grande popolarità e visibilità che un buon video garantisce su quasi tutti i social, spinge quotidianamente sempre più aziende a pianificare prodotti sempre migliori, “virali”, con contenuti in grado di “rimanere” nella memoria collettiva attivando quei meccanismi di condivisione che tanto bene fanno a qualunque strategia di web marketing.

vid3Non è un caso che tutti i web makers usino sempre più frequentemente la potenza dei video per comunicare la “personalità” di aziende, le storie di business, di marca e di prodotto, o anche semplicemente per esprimere la propria creatività e costruire connessioni emotive con fan e seguaci.

Una strategia che funziona: il 51,9% dei professionisti del marketing che si avvale di produzioni video consegue (stando ad una ricerca effettuata da Adobe) i migliori riscontri economici e di visibilità. Non è un caso che oltre il 60% dei marketers prevede di aumentare gli investimenti in video nel corso del prossimo anno.

Animoto conferma che i social video garantiscono risultati di business migliori, che le piattaforme social puntano sempre più su contenuti video, e che il mercato on line guarda con decisa attenzione a quei percorsi di sviluppo in cui video e mobile si incastrano e interagiscono armoniosamente ed efficacemente.

Il video sta crescendo in maniera esponenziale su tutti social media (ultimo, ma soltanto in ordine di tempo, LinkedIn).

Cosa aspettarsi quindi nel prossimo futuro? Sicuramente strategie di marketing on line che comprendano contenuti video brevi ma di elevata qualità, con contenuti “forti” e pregnanti, di “servizio” per fan e followers, fruibili agevolmente da qualsiasi device.

Nulla che possa insomma essere demandato all’improvvisazione.

I video “fai da te” lasciamoli ai profili personali e alle emozioni familiari. Per comunicare marchi, prodotti, servizi, meglio puntare su qualità, professionalità, competenza, tecnologia.

Conviene. Spesso costa decisamente meno – in tutti i sensi – rispetto ad una qualsiasi strategia rabberciata e approssimata.

Aziende e professionisti: una web-tv per comunicare

Una web-tv può rivoluzionare la comunicazione aziendale: può rappresentare uno dei modi più diretti, immediati ed efficaci per interfacciarsi con la propria clientela (e non solo) e informarla con costanza e sistematicità. Può supportare la promozione di prodotti e servizi, integrandola con informazioni “utili” e di servizio, raccontando usi e costumi di un territorio, consigliando, spiegando, illustrando. Quale modo migliore per promuovere prodotti e servizi?

webtvMa la web-tv aiuta anche a creare e aggregare community: sia quelle che gravitano intorno a una professione (si pensi a quanto possa essere utile a professionisti, tecnici, esperti) sia quelle unite da altri interessi specifici (la salute, l’enogastronomia, il turismo, la cultura) e altre passioni. L’importante è che la web-tv abbia una “identità” ed una finalità chiara, evidente, riconoscibile.

A chi può servire una web-tv?

  • Alle aziende, come strumento di comunicazione interno ed esterno per promuovere i propri prodotti e proporne una descrizione molto più dettagliata ed articolata;
  • Ai professionisti, come architetti (www.archiworld.tv), consulenti del lavoro (http://webtv.consulentidellavoro.it), psicologi (Luca Mazzuchelli, https://www.youtube.com/user/psicologomilano), avvocati (avvocato Leone, https://www.youtube.com/channel/UCiIpaJrFNeE34llJUL9Gvfg) per aggregare comunità professionali e raccogliere interesse intorno a tematiche specifiche e servizi offerti.
  • Atenei universitari e centri di formazione per attività di e-learning ma anche per sostituire bacheche e giornali universitari (www.bocconitv.unibocconi.it, http://extracampus.unito.it, www.uniroma.tv).

Cosa serve per attivare una web-tv? Innanzitutto un piano di marketing realistico ed efficace. Poi tanta buona volontà ed entusiasmo a iosa. Poi farsi supportare da professionisti del settore che “accompagnino” e seguano il progetto con costanza, sistematicità e professionalità. In teoria per girare filmati basta una telecamera semiprofessionale o addirittura un telefonino: ma la qualità delle immagini si abbassa sensibilmente e veicolare i propri messaggi in maniera scadente o approssimativa può avere una pesante incidenza.

Fondamentale ancor più della qualità è il messaggio che si vuole veicolare: una web-tv aziendale o professionale deve dare una informazione strattamente connessa alla filosofia progettuale, senza divagazioni o “fuori programma”.

Come veicolare le produzioni video? Un buon piano di web marketing ha sempre nel sito web il baricentro della propria strategia. È da qui che bisogna partire per abbracciare e coinvolgere poi altri canali on line (YouTube e social network).

Quanto costa aprire e mantenere una web-tv? Se non ci si affida all’improvvisazione (che costa pochissimo nell’immediato ma produce enormi e duraturi danni d’immagine) meno di quanto si possa immaginare. Il progetto funziona quasi sempre anche dal punto di vista del “business”: una buona web-tv, professionale, qualificata, molto geolocalizzata, aggrega specifiche community unite da una comune passione e fidelizza l’utente.

Le uniche difficoltà sono di tipo tecnologico: non tutte le zone d’Italia sono raggiunte dalla banda larga. Ciò crea problemi nel caricamento dei video. Ma un buon service di supporto riesce ad ovviare almeno in parte a questa difficoltà “alleggerendo” i filmati senza incidere sulla qualità.

Un caso ampiamente riportato dalla stampa: Emilio Concas, di Gergei (CA), con un sito web collegato ad un canale YouTube (http://www.sardiniafarm.com) è riuscito a rivoluzionare la propria attività di pastore. «Se non avessi creato SardiniaFarm – ha raccontato a Millionaire – avrei chiuso con questa attività. Con una web-tv ho iniziato a raccontare con dei video quotidiani la mungitura, la tosatura, la casa di famiglia, ma anche la processione del paese e il territorio circostante». Risultati? «Prima pagavano il mio latte 55 centesimi al litro, oggi lo vendo a 80. Ed è aumentato sensibilmente l’interesse intorno alla nostra azienda». Il tutto non senza difficoltà (a Gergei non c’è la banda larga, per caricare un video occorrono ore). Col suo sito Concas oggi propone l’adozione a distanza delle sue pecore in cambio di formaggio e manufatti di lana, oltre ad altri prodotti tipici sardi.

Contattaci per maggiori informazioni e per un progetto “su misura”: info@ipseonline.it; 089 9850096